Poche terapie al mondo hanno una esperienza così consolidata come la terapia desensibilizzante specifica (AIT: allergen immunotherapy). Centodieci anni di storia che di certo pesano sulle sue spalle come un sigillo di efficacia e sicurezza.


La prima pubblicazione a riguardo è del 1911 sulla prestigiosa rivista Lancet da parte di Noon. All’epoca non si conosceva quasi nulla degli intimi meccanismi che conducono alla reazione allergica. Le immunoglobuline E (IgE) che, come abbiamo imparato leggendo le pagine di questo sito, sono gli anticorpi che producono gli allergici, sarebbero state scoperte più di 50 anni dopo. Noon inoculando degli estratti di polline, che allora si pensava contenesse delle generiche “tossine” ottenne un miglioramento dei sintomi congiuntivali primaverili nei pazienti affetti da “febbre da fieno”. Il primo trial controllato sulla terapia è del 1954 ad opera di William Frankland . Da allora è stato un susseguirsi di studi che hanno portato a dimostrare quelle che sono le pietre miliari dell’immunoterapia desensibilizzante. Johnston e Dutton nel 1968 sottolinearono il fatto che l’AIT può prevenire l’asma nei bambini. Johansson e Bennich descrissero nel 1982 l’induzione da parte dell’AIT di anticorpi bloccanti l’allergia (le immunoglobuline G4) che sono alla base del meccanismo di azione dell’AIT e della sua persistente efficacia alla sospensione. Oltre alla produzione delle IgG4 (cosiddette “bloccanti”) venne descritto nel 1998 da ADKIS e collaboratori l’induzione dal parte dell’AIT di linfociti T regolatori che inducono una soppressione della risposta allergica. È di Creticos nel 1989 e nel 1998 dei ricercatori italiani Passalacqua e Canonica la descrizione della riduzione della infiammazione allergica (infiammazione eosinofila) in seguito all’AIT.


Su PUB MED la biblioteca medica del National Institute of Health sono indicizzati ad oggi (26/01/2022) 8060 articoli sui meccanismi dell’AIT e 7162 articoli sulla sua efficacia.


Possiamo di usufruire di una terapia che incide a fondo sui meccanismi dell’allergia, che migliora i sintomi e riduce il consumo di farmaci, con un’efficacia che persiste nel tempo, prevenendo lo sviluppo di nuove allergie e la comparsa di asma. Nel campo, per fortuna meno frequente, dell’allergia agli imenotteri la terapia desensibilizzante quasi azzera il rischio clinico.


A fronte di tutto questo meno dell’1% dei pazienti allergici viene trattato con una terapia desensibilizzante e soprattutto pochissimi conoscono questa opportunità. Questo è un vero mistero….