Il cortisone è uno dei farmaci più noti e accessibili a nostra disposizione.

Ha una potente azione antiinfiammatoria e il suo utilizzo nelle patologie allergiche è stato convalidato già  dagli anni 50 del secolo scorso.

La sua efficacia è talmente riconosciuta che in moltissime case degli italiani è presente nel cassetto dei farmaci.

Se da un lato però si tratta di un’arma efficacissima, dall’altro, il suo utilizzo non è privo di effetti collaterali anche molto importanti.

Gli effetti collaterali coinvolgono quasi tutto l’organismo e vanno dall’aumento della glicemia, all’osteoporosi, alla gastrite, alla cataratta, all’ipertensione solo per citare i più comuni e i più noti.

Da questo ne deriva che il suo utilizzo deve essere sempre consigliato e monitorato da un medico che abbia “confidenza” con questo farmaco.

E’ il classico farmaco che non deve assolutamente far parte dei farmaci di automedicazione, ma deve essere prescritto nel dosaggio giusto e per il tempo necessario ad esplicare la sua efficace e potente azione.

In ambito allergologico si devono studiare molte strategie terapeutiche per evitarne quando è possibile l’utilizzo.

Oltre alle classiche terapie farmacologiche con antistaminici e antileucotrienici, la terapia desensibilizzante specifica quando è possibile effettuarla (e questo va giudicato solo da un allergologo) è una terapia riconosciuta per essere in grado di risparmiare molto utilizzo di cortisone.

Negli anni più recenti poi sono stati introdotti in commercio farmaci molto mirati (chiamati farmaci biologici) in grado di contrastare in modo molto specifico (non generico come nel caso del cortisone) i mediatori biochimici che volgono nell’allergico una azione pro-infiammatoria.Si tratta di farmaci molto costosi e attualmente utilizzabili solo in casi molto particolari ma la loro diffusione sta aprendo la strada a nuovi approcci molto personalizzati nella cura del paziente allergico.