{"id":3647,"date":"2022-12-13T12:47:45","date_gmt":"2022-12-13T11:47:45","guid":{"rendered":"https:\/\/www.francoborghesanallergologo.it\/?p=3647"},"modified":"2022-12-13T12:47:46","modified_gmt":"2022-12-13T11:47:46","slug":"lepidemia-allergica-perche-aumentano-le-allergie","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.francoborghesanallergologo.it\/2022\/12\/13\/lepidemia-allergica-perche-aumentano-le-allergie\/","title":{"rendered":"\u201cL\u2019epidemia allergica\u201d, perch\u00e9 aumentano le allergie"},"content":{"rendered":"\n

Le malattie allergiche sono probabilmente sempre esistite. Le prime descrizioni della rinite allergica risalgono ai primi decenni del 1800. Fino al 1960 si pu\u00f2 calcolare che le malattie allergiche (rinite e asma, dermatite atopica e da contatto, allergie alimentari ecc.) fossero presenti tra l\u20191% e il 2% della popolazione.
Dal 1960, nei paesi occidentali, l\u2019aumento \u00e8 stato vertiginoso. Gi\u00e0 nel 1970 si calcola che le malattie allergiche colpissero il 4,5% della popolazione per passare all\u20198,4% nei primi anni 80 e al 20% nel 2010. L\u2019organizzazione mondiale della sanit\u00e0 stima che nel 2050 si potr\u00e0 arrivare ad un 50% di popolazione allergica.
Quali sono attualmente le ipotesi pi\u00f9 accreditate per giustificare questo aumento?
La prima \u00e8 senza dubbio la cosiddetta \u201cipotesi igienica\u201d (ipotesi di Strachan del 1989). In questo caso la responsabilit\u00e0 viene attribuita al fatto che il nostro sistema immunitario \u201clavora\u201d meno rispetto al sistema immunitario dei nostri nonni e bisnonni e diminuisce cos\u00ec un tipo di linfociti (i linfociti T helper-1) che sono \u201cprotettivi\u201d nei confronti delle malattie allergiche. La maggior parte della popolazione prima del secondo conflitto mondiale viveva vicino a stalle a stretto contatto con animali, beveva latte non pastorizzato, beveva spesso acqua del pozzo, non veniva sottoposta a vaccinazioni, non aveva a disposizioni armi per combattere le infezioni come gli antibiotici. Si trattava di una popolazione che, se fosse giunto ad una et\u00e0 adulta, avrebbe avuto un sistema immunitario molto forte. Ricordiamoci per\u00f2 che la mortalit\u00e0 infantile era molto elevata e che l\u2019aspettanza di vita era molto pi\u00f9 bassa di oggi.
Possiamo dire che derivata da questa ipotesi c\u2019\u00e8 l\u2019ipotesi dei \u201cvecchi amici\u201d (ipotesi di Rook del 2003) che vede implicata, nel nostro organismo, la minor presenza di microorganismi commensali non patogeni che hanno accompagnato l\u2019umanit\u00e0 in tutta la sua esistenza, microorganismi che sono la fonte di segnali immunomodulatori che prevengono le malattie immuno-mediate.
Raccoglie e modifica in parte queste due ipotesi, la pi\u00f9 recente \u201cbarrier hypothesis\u201d(formulata nel 2017 da Pothoven e Schleimer e ripresa nel 2021 da Akdis) che vede implicato un difetto delle barriere epiteliali cutanee, delle alte e basse vie respiratorie, e della mucosa intestinale. Questo difetto di barriera che comporterebbe l\u2019aumento delle malattie immuno mediate e non solo, sarebbe legato ai detergenti industriali, ai detergenti domestici per l\u2019igiene della casa e per l\u2019igiene personale, a surfattanti, enzimi, emulsificanti presenti in cibi industriali, al fumo di sigaretta, al particolato atmosferico, al materiale incombusto emesso dai vecchi motori diesel, a microplastiche ecc.
Difficile ipotizzare come invertire in maniera efficace la rotta se non attraverso un approccio multidisciplinare e ad un cambiamento globale, ormai imprescindibile, dello stile di vita.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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